Shoah, le tappe del genocidio ordinato da Adolf Hitler

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    Shoah, le tappe del genocidio ordinato da Adolf Hitler

    Roma - (Adnkronos) - Nella prima fase l'obiettivo era costringere gli ebrei a emigrare. La soluzione di sterminare sul posto gli ebrei rappresentò un ''salto di qualità'' nel progetto di eliminare il giudaismo europeo. Durante la Conferenza del Wannsee lo spartiacque storico: si iniziò a coordinare tutti gli enti interessati alla riuscita della ''soluzione finale''


    Roma, 27 gen. - (Adnkronos) - Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, apparentemente l'obiettivo principale del nazismo e di Adolf Hitler consistette nel rendere il Terzo Reich ''judenfrei'' vale a dire ''libero dagli ebrei'''. Il sistema prescelto per ''ripulire'' la Germania dagli ebrei fu, in questa prima fase, costringerli ad emigrare. Rendendo loro intollerabili le condizioni di vita attraverso una legislazione sempre più oppressiva, si cercava di spingerli verso un esodo definitivo all'estero. Il bilancio di questa fase che va sostanzialmente dal 1933 al 1939, non fu tuttavia coronato da successo. Dei 520.000 ebrei tedeschi che vivevano in Germania nel 1933, ne rimanevano 350.000 nel 1938. Ma in quello stesso anno con l'annessione dell'Austria i nazisti si trovarono a dover 'gestire' anche i 190.000 ebrei austriaci. Riuscire a far emigrare altri 540.000 ebrei apparve impossibile. Ad ogni espansione della Germania nazista il numero degli ebrei cresceva e le nazioni estere non furono in grado o non vollero assorbire l'ondata di emigrazione ebraica proveniente dal Reich. La soluzione ''emigrazione'' alla vigilia della guerra appariva sostanzialmente fallita.

    Nacque allora l'idea di ampliare il concetto stesso di deportazione trasferendo forzatamente in un luogo distante gli ebrei tedeschi. Il luogo venne individuato nell'isola di Madagascar. All'epoca il Madagascar era una colonia francese e per rendere possibile il piano, occorreva sottoscrivere un accordo diplomatico. Nonostante i numerosi colloqui non si raggiunse alcun risultato positivo. Con la sconfitta della Francia questa ipotesi tornò in auge. La resistenza della Gran Bretagna tuttavia impediva la realizzazione del progetto. In più nel 1940 la situazione era drammaticamente mutata: non si trattava più di far emigrare 520.000 ebrei tedeschi, occorreva sbarazzarsi anche degli ebrei polacchi che assommavano a 2.000.000 di persone. Nel febbraio 1941 Hitler discusse il problema con il consigliere del lavoro Ley. Dal diario personale di Gerhard Engel (un ufficiale che prestava servizio presso il quartier generale del Fuhrer) sappiamo che Hitler aveva ancora in mente l'idea dell'emigrazione forzata anche se questa andava presentando sempre maggiori difficoltà a causa della guerra.

    Hitler ammise che all'inizio aveva affrontato ilproblema pensando soltanto agli ebrei che vivevano nel Reich. Ora l'obiettivo era diventato più ambizioso: l'influenza ebraica doveva essere eliminata da tutti i territori sotto il controllo dell'Asse. Hitler a questo punto sostenne che occorreva riprendere in mano la questione del Madagascar con i francesi. Martin Bormann chiese come si sarebbe potuto trasportare così tanti ebrei in un luogo così distante vista la presenza della flotta inglese. Hitler ribatté che occorreva studiare la questione e si dichiarò disposto a usare l'intera flotta se necessario ma non voleva esporre i marinai tedeschi ai siluri inglesi. In piena guerra il problema si aggravò ulteriormente. L'invasione del Belgio, dell'Olanda, della Francia, della Danimarca e Norvegia fece aumentare ulteriormente il numero degli ebrei caduti nelle mani del nazismo. L'obiettivo prioritario, rendere 'judenfrei' la Germania si allargò a dismisura: si trattava ora di rendere 'judenfrei' l'intera Europa. La soluzione non poteva più essere quella di far emigrare gli ebrei all'estero. Si fece così strada un'altra soluzione: deportare gli ebrei europei all'Est concentrandoli nei territori polacchi occupati. In questa operazione di concentramento dovevano essere coinvolti ovviamente anche gli ebrei polacchi. Creare in Polonia dei grandi ghetti apparve al dittatore nazista la soluzione più appropriata.

    Mentre si affermava la soluzione della ''ghettizzazione'' la Germania stava preparando i piani di invasione dell'Unione Sovietica. In prospettiva l'invasione dei grandi territori dell'Ucraina, della Bielorussia e della Russia europea aggravava il ''problema ebraico''. Infatti il numero degli ebrei che vivevano in Unione Sovietica ammontava a diversi milioni. La soluzione adottata in Polonia non sembrava praticabile. Si fece strada un'ipotesi alternativa: eliminare fisicamente gli ebrei dell'Unione Sovietica con nuclei di sterminio mobili appositamente creati. Nel marzo 1941 Hitler affermò che ''l'intellighenzia giudeo-bolscevica in Unione sovietica doveva essere eliminata'' ma questo era un compito difficile che non poteva essere affidato all'esercito. In una direttiva dell'esercito del 13 marzo 1941 si informavano i comandanti militari che Hitler aveva incaricato Himmler di certi compiti speciali nelle zone operative dell'esercito. Himmler avrebbe agito di autorità propria e sotto la sua personale responsabilità. Di fatto questi compiti consistevano nel massacro degli ebrei sovietici ad opera dei cosiddetti 'Einsatzgruppen'. Il 22 giugno 1941 la Germania invadeva l'Unione Sovietica. Nei territori che con estrema velocità le armate tedesche stavano occupando vivevano 4.000.000 di ebrei. All'avanzare delle truppe tedesche, alle loro spalle, gli Einsatzgruppen iniziarono un sistematico massacro che - secondo le valutazioni degli storici - provocò oltre 1.500.000 morti.

    La soluzione di sterminare sul posto gli ebrei rappresentò un ''salto di qualità'' nel progetto di eliminare il giudaismo europeo. Per la prima volta si teorizzava e applicava nel concreto un piano di eliminazione fisica. Tuttavia il sistema di sterminare gli ebrei laddove vivevano non poteva essere adottato al di fuori dell'Unione Sovietica. Lo sterminio degli ebrei occidentali non poteva essere attuato con mezzi così brutali ed evidenti. Non si potevano assassinare in massa gli ebrei olandesi, francesi, greci alla luce del sole. Le fucilazioni compiute ad Oriente erano inimmaginabili ad Occidente. Occorreva studiare un altro metodo. Ed è di fronte a questi problemi che si fece strada la ''soluzione finale''. Vi erano state diverse esperienze di sterminio negli anni precedenti che concorsero ad ideare la ''soluzione finale'': il programma di eutanasia aveva formato un nucleo di specialisti che aveva ideato le uccisioni con i gas; la deportazione in Polonia degli ebrei del Reich aveva fornito degli ''insegnamenti'' sulle tecniche di deportazione; il concentramento in ghetti aveva messo in grado le possibilità della macchina dello sterminio. Si fece definitivamente strada la soluzione finale cioè l'annientamento fisico degli ebrei in campi di concentramento predisposti a Oriente. La teorizzazione di questa soluzione finale venne affidata ad Himmler e ad Heydrich. Lo spartiacque storico venne marcato dalla cosiddetta Conferenza del Wannsee, una riunione nella quale si iniziarono a coordinare tutti gli enti interessati alla riuscita della ''soluzione finale''. All'inizio del 1942 la ''soluzione finale del problema ebraico'' era stata varata. Gli storici calcolano in 6-7 milioni le persone uccise nei lager nazisti, il 90% delle quali di origine ebraica.

     
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    Giustissimo!...
    ...Ma sarebbe altrettanto giusto ricordare ANCHE i circa 100.000.000 di disgraziati che, in varie maniere, sono stati eliminati da Stalin, quantunque la storiografia abbia settariamente steso una cortina di ferro ed un poderoso lenzuolo (ovvioamente rosso) su questi ultimi...
    ...E, di questi ultimi, esiste un libro, scritto proprio dalla figlia di uno dei tanti, il De Marchi, la cui figlia, dopo aver raccolto le carte del padre e le varie carte negli archivi sovietici, ha scritto il libro "Una bambina contro Stalin"...
    E, comunque, sarebbe quasi giunto il momento di cessare la politica del torcicollo (gardando all'indietro), pena il rischio di finire nel baratro, quantunque vada tenuta la memoria storica di tutti gli eccidi che, l'imbarbarimento bellico, reca con sé...
     
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1 replies since 27/1/2011, 12:26   148 views
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