padre naturle

non viene permesso di edere ilfiglio

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  1. salvatore123
     
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    Sono il papà di un figlio minore naturale, riconosciuto, al quale non viene permesso da parte della madre di vedere il figlio tranne a cedere ai propri ricatti ( chiede sempre soldi) rimettendoci anche nelladignit. La madre lavora ed ha altri due figli avuti da altro matrimonio. iosonosempre stato disponibile atuttociò di cui miofiglio ha di bisognoin termini economici ed affettivi. la madre voule i soldi per gestirli lei .avendo mio figlio due anni ed essendo lontano da me non ho la possibilità di controllare come quei soldi vengono spesi, ma se mi ribello non mi fa vedere il bambino. sto attivandoil giudice stante che per la legge,salvo la parte economica, non sono padre sino a quando non lo decide il giudice. a che cosa posso ade incontro?
     
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  2. faustus
     
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    Ciao Salvatore,
    Ti consiglio ti riportare la tua richiesta nella sezione "La mia storia": così sarà più facile seguirti.

    Andrai incontro ad un lungo percorso che, se va bene, includerà la mediazione e un accordo consensuale, se va male includerà una Ctu (cioè l'indagine da parte di alcuni psicologi indicati dal giudice). Il successo non è garantito: la cosa migliore secondo me è quella di continuare a fare il padre per questo bambino nel miglior modo possibile, sperando che in futuro i rapporti con la madre migliorino.

     
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  3. Vale76'
     
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    Ciao Salvatore,
    sinceramente non comprendo il punto in cui affermi di non essere ancora il padre fin quando sara' il giudice a deciderlo,visto che hai riconosciuto tuo figlio.
    Ti ricordo che secondo l'art.147 c.c. il genitore ha il dovere di mantenere,istruire ed educare la prole,e se non puoi frequentarlo,come dovresti istruirlo ed educarlo?
    Tali obblighi sono,altresì,inquadrati quali reciproci diritti genitore-figlio di alto rango costituzionale (ved. art.30 Costituzione).
    Insomma è diritto del figlio essere mantenuto,ricevere istruzione ed educazione da entrambi i genitori, e conservare rapporti significativi con entrambi i rami genitoriali;è bene ricordare che la compressione ingiustificata di un diritto,viene definita illecita e in quanto tale,risarcibile (adesso anche nei confronti del figlio).
    E' diritto del genitore che non convive col figlio di vigilare sul buon esercizio della potestà da parte dell'altro,inoltre secondo la recente normativa sull'affido condiviso,la potestà è esercitata da entrambi i genitori:occorre una sentenza motivata che dichiari espressamente i motivi per cui l'affido a uno dei due sia pregiudizievole nei confronti del figlio,sentenza che nel tuo caso,mi pare di capire ,non ci sia:l'affido congiunto è la norma,quello esclusivo l'eccezione.
    Pertanto,le decisioni importanti per il minore vanno prese di comune accordo,e in mancanza di questo,la decisione è rimessa al giudice:insomma non puo' un genitore che non abbia l'affido esclusivo decidere escludendo l'altro.
    E' tuo dovere assistere moralmente il figlio,ed è dovere del genitore con cui convive di favorire i rapporti con l'altro (anzichè ostacolarli come spesso accade!)
    Ti consiglierei di far valutare la situazione ricattatoria a un bravo avv. penalista,perchè se la tua ex.,con la coartazione morale,minacciando un danno grave e irreparabile,quale possono essere quelli derivanti dalla perdita di momenti ed esperienze che nessuno puo' ridarti,oltre ai danni di un non corretto sviluppo psicofisico del minore,alla cui base vi è la possibilità di fruire dell'affetto di entrambi i rami parentali,e ad identificarsi come figlio di un padre e una madre,riuscisse ad ottenere vantaggi che altrimenti non avrebbe potuto realizzare,potrebbe integrare gli estremi della fattispecie di reato estorsivo.
    Valentino
     
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    Premetto che, da sempre, mi fa ridere la definizione di figli "naturali"; infatti io ironizzo così: gli altri figli, invece, sono - forse - "artificiali", generati diversamente mediante liofilizzazione o sintesi chimica????...
    In Italia è prassi che, nei procedimenti civili o penali, l'accusa prevarichi la difesa, sia quando l' "imputato" è innocente sia quando è parzialmente colpevole o quando è reo confesso: la difesa non ha scampo in questo sistema giudiziario di merda!
    I sigg.ri magistrati accolgono persino le virgole di quanto dice l'accusa (in minorile la madre) e, se querelata, sta pur certo che avrà modo e maniera per far ribaltare sul padre tutte le argomentazioni da lui addotte in querela, spessissimo archiviata, diversamente da quanto accade - invece!- per tutte le false querele presentate a carico del padre, caro Vale76!...
    In questi procedimenti - soprattutto in quelli minorili, regna sovrana la malafede che, tutti (compresi difensori ed accusatori e PM) sanno esistere, dando origine all'andazzo a tutti noto, contro il quale non c'è "buon" avvocato o penalista che sappia puntare i piedi, fermamente mettere (od osare di mettere) un fermo paletto, salvo limitarsi ad allargare le braccia o accogliere i rottami di squallidi compromessi, mercanteggiati (quando - addirittura - sono imposti come aut aut) con la l'accusa, in tutto legalizzata ed ascoltata da "loro eccellenze" che ben se ne fottono di padri, madri e figli...
    Infatti mettono in atto l'esatto contrario di quello che tu, Vale76, auspichi, laddove hai messo il "non" e dove hai usato la negazione; insomma, laddove hai fantasticato, caro Vale76!
    Affermi che "permettere di impedire la frequentazione dell'altro genitore" è "violazione di articolo costituzionale e di codice civile", "danno per il minore", "illegalità" rispetto al principio della condivisione nell' "affido" (che talvolta tu definisci "congiunto", ossia negazione della condivisione e premessa dell' "esclusivo" - illegale ipso jure quantunque sia di prassi utilizzato)...
    Se non credi più alle favole o alla Befana, caro Vale76, a queste negazioni dovresti sostituire le opposte affermazioni, perché, nella realtà della prassi giudiziaria SOPRATTUTTO in quella minorile, "loro eccellenze" mettono in pratica l'esatto contrario!...
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  5. Vale76'
     
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    Caro SerDaniel,
    comprendo la tua amarezza,certamente derivante da situazioni vissute,e/o anche ascoltate:purtroppo le viviamo in prima persona e spesso frutto di generismo esasperato,da istituzioni la cui funzione necessaria richiede imparzialità nell' applicazione di norme giuridiche poste a garanzia della continuità dello Stato.
    Personalmente non vedo mia figlia da quasi un anno,grazie anche a un giudice (donna) che "inventando" che qualcuno abbia sollevato in udienza eccezione d'incompetenza territoriale,si dichiarava incompetente per territorio (solo per quello?) nonostante il procedimento si fosse già incardinato prima del successivo trasferimento della piccola per esclusiva volontà della madre (a mia insaputa e dello stesso tribunale che anzi ne aveva disposto la comparizione).
    Pertanto,siamo dovuti ricorrere in Cassazione proponendo il regolamento di competenza,di cui attendo con impazienza l'esito.
    Poichè ritengo che i giudici,per legge Costituzionale debbano essere soggetti soltanto alla Legge,e che in quanto pubblici ufficiali,siano tenuti a dichiarare il vero,mi riservo,sussistendone in astratta ipotesi gli estremi penali,di adire tutte le azioni legali del caso,all'esito del ricorso.
    Saluti

    :(cià):
     
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4 replies since 28/2/2010, 14:35   113 views
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